Con il Progetto TECH FOR LIFE, OVCI la Nostra Famiglia si propone di promuovere l’inclusione sociale di bambini con disabilità, attraverso l’utilizzo di ausili. Da tantissimi anni ormai la ricerca scientifica raccomanda l’utilizzo di Tecnologie Assistive. Purtroppo, per quanti benefici possano apportare, per tante famiglie questi sono ancora visti più con il pregiudizio dato da uno stigma sociale che come uno strumento di inclusione. Come se avere bisogno di un’ortesi, per esempio, possa essere la scusa per essere allontanati dalle altre persone.

Al contrario, sono proprio gli ausili che possono consentire ad alcuni bambini di relazionarsi con gli altri! I professionisti mettono in atto tutte le loro capacità comunicative per accompagnare le famiglie verso la comprensione del percorso terapeutico.

Una bambina è arrivata al centro quando aveva solo due anni e mezzo. La sua condizione non le consentiva di reggersi in piedi o camminare. Anche la capacità di utilizzare la propria voce per comunicare era compromessa. Osservava il mondo dal passeggino, senza avere la possibilità di uscire ad esplorarlo. Ma è proprio l’esplorazione che porta e motiva i bambini a crescere e imparare. Muoversi crea circoli virtuosi di scoperta, apprendimento e sviluppo di sempre nuove competenze, che fanno da trampolino verso abilità via via più complesse.

Come aiutare qualcuno che non solo non riesce a spostarsi, ma non è neanche consapevole del proprio corpo? Prima di tutto, motivando e coinvolgendo la famiglia nel processo terapeutico, così da abituare tutto il sistema a creare occasioni in cui sperimentare ogni possibilità di movimento. In secondo luogo, proponendo dei tutori che possano aiutare la bambina a sostenere meglio il peso del suo corpo e di un baby walker per muovere i primi passi.

Cina Tech for LifeGrazie al supporto di Tech for Life, OVCI e Our Family China hanno avuto modo di assistere, poco per volta, sia la bambina che la famiglia nel processo terapeutico, nel quale hanno imparato a riconoscere i vantaggi di questi strumenti compensativi. Non solo, ma è stato avviato un percorso logopedico che ha introdotto l’utilizzo di un comunicatore per incentivare anche lo sviluppo della comunicazione. Il lavoro terapeutico è ancora in proseguimento, naturalmente. Ma famiglia e terapisti riportano che, a distanza di un anno, questa bimba manifesta motivazione e desiderio di relazionarsi con le altre persone. Ha imparato a pronunciare alcune parole e ci tiene molto a recarsi personalmente per salutare, con la propria voce, tutti coloro che la accolgono al centro. Anche quando incontra gli altri coetanei al parco, finalmente, ha la possibilità di interfacciarsi e giocare con loro. Se prima poteva solo osservare da lontano i giochi degli altri bambini, oggi può prendervi attivamente parte.

Ecco che la paura di uno stigma, da parte degli adulti, si rivela avere una rilevanza bassissima nel mondo dei bambini. Sentirsi finalmente autonoma ha aiutato questa bambina a fiorire dal punto di vista emotivo, comunicativo relazionale e, consecutivamente, cognitivo.  

Se prima per i genitori era faticoso preoccuparsi delle difficoltà comunicative e motorie della loro bambina, adesso è bello sentire la soddisfazione di sostenere la sua forte volontà di farsi vedere e sentire.

Riccardo Tagetti, Rappresentante Paese e Capo Progetto "Tech for Life" 

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