Ogni giorno come volontari SCU in Ecuador, più precisamente a Esmeraldas e nei vari cantoni, ci ritroviamo ad affrontare situazioni sociali e sanitarie difficili, a volte drammatiche. Quando questa situazione diventa faticosa da gestire emotivamente, credo che sia importante ricordarsi cosa stiamo svolgendo. Il volontario di Servizio Civile è qualcuno che ha scelto di porsi al Servizio di una comunità, di un progetto, di una Organizzazione secondo le sue competenze. Ma cosa vuol dire “fare servizio”? Qual è la spinta che porta un/a ragazzo/a a scegliere di dedicare un anno della sua vita in un progetto umanitario?

Riflettendo sulla parola “servizio”, (derivante dal latino “servitium”, letteralmente “servizio offerto dallo schiavo”), nell’immaginario collettivo immediatamente affiora l’opera dello schiavo degli antichi popoli, come il servo dell’Antica Grecia o il servo egizio. La storia e la letteratura ci raccontano la figura del servo come un soggetto privo della propria libertà, intendendo così una persona che svolgeva dei servizi per qualcuno da cui dipendeva in tutto e per tutto. Tale definizione ci porta alla mente la persona “servente” come una persona umiliata, denigrata, un ruolo che nessuno di noi vorrebbe interpretare.

WhatsApp Image 2022 02 21 at 22.14.40 1Parafrasando il significato letterale, chi serve dunque è qualcuno che dà tutto sé stesso per un compito, per offrire un servizio all’altro. Per servire non basta offrire il nostro aiuto, ma dobbiamo attingere da tutto quello che le nostre esperienze ci hanno donato: conoscenze, i propri limiti e anche la consapevolezza di quanto ci costi fatica a volte essere in quel momento. Quando serviamo sentiamo che stiamo perseguendo una missione che è più grande di noi e che, per quanto faticoso, ci riempie di gratitudine verso l’esperienza stessa.

Per servire davvero in questo Progetto in Ecuador e affinché il nostro servizio possa essere utile dobbiamo preparare, pensare e progettare il nostro operato. Occorrono sicuramente le capacità tecniche, che devono sempre essere aggiornate e coordinate per offrire un servizio che sia il più funzionale possibile.

 Non ci viene richiesto però di essere aridi tecnici, ma di mettere in campo tutto ciò che fa parte di noi. I nostri occhi devono essere pronti a scorgere le necessità delle persone, le nostre mani sono pronte ad accogliere e a dare una carezza se necessario, la nostra bocca deve essere pronta a offrire parole di conforto, le nostre gambe sono pronte a spostarsi e a sopportare la fatica. Dobbiamo far ricorso alla nostra umiltà e alla capacità di ascoltare davvero l’altro, ricordandoci di non porci in un ruolo di superiorità che rischia di indebolire l’autostima e la dignità la persona che abbiamo davanti.WhatsApp Image 2022 03 14 at 20.57.15 1

Ogni tanto è importante ricordarsi chi siamo e qual è il significato del nostro ruolo. Essere volontari di Servizio Civile non è solamente il capriccio di un giovane che vuole fare un’esperienza all’estero. Essere parte dei “Caschi Bianchi” ti rende responsabile della possibilità che ti è stata offerta e che non puoi sprecare. Essere Servizio Civilista significa donarsi alla comunità soprattutto quando farlo ci costa fatica, senza pretendere niente in cambio, forti degli ideali che ci hanno portato a compiere questa scelta.

Sara Fornaini, Casco Bianco con OVCI in Ecuador

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