Il progetto Les Jeunes comme levier du developpement inclusif du Maroc ha coinvolto anche la regione di Souss Massa, a Sud dell’ultima grande città del Marocco, Agadir, precisamente nella provincia di Chtouka Ait-Baha.
Chtouka è una zona agricola, composta da piccoli paesetti di campagna con strade sterrate e trasporti rari. Per molte ragioni, sembrava un po’ la “sfida” più difficile.
I genitori dei nostri bambini qui sono per la maggior parte analfabeti, le madri spesso lavorano 10 ore al giorno nelle serre, perché i soldi del lavoro dei padri non bastano, le priorità insomma possono facilmente risultare altre.
Aggiungiamo che 8 nostri volontari su 14 sono uomini, in una zona “profonda” del Marocco dove le regole sociali non sono certo quelle di Tangeri o Casablanca. Accettare un uomo straniero alla propria famiglia in casa è impensabile in condizioni normali. Stesso discorso per le nostre volontarie donne, per cui andare in casa di altre persone non è visto di buon occhio, soprattutto se nel proprio villaggio o quartiere.
Abbiamo sempre quindi dovuto cercare di trovare un punto d'incontro con la cultura locale, a volte anche accettare le scelte delle famiglie che ai nostri occhi sembravano un’occasione persa viste sotto la sola ottica riabilitativa o d’inclusione sociale.
I nostri ragazzi però, con la loro serietà e la loro intelligenza nel capire l’idea e l’anima che sta al centro dello Sviluppo Iclusivo a Base Comunitaria, hanno ottenuto in poco tempo dei risultati onestamente incredibili.
Moltissimi bambini sono diventati autonomi nel vestirsi, nel mangiare, nell’andare in bagno da soli, alcuni hanno iniziato la scuola, altri più grandi hanno imparato a fare le compere da soli, molti di loro sono usciti per la prima volta a giocare in strada con i loro vicini.
In poco tempo moltissime famiglie hanno chiesto di beneficiare del nostro progetto, e anche nuovi volontari sono entrati a far parte del nostro gruppo.
Ci siamo chiesti più volte anche noi perché la nostra percentuale di “successo” sia così alta qui, rispetto ad altre zone apparentemente più favorevoli, ma una risposta precisa ci sfugge. Certo, quando vediamo come i nostri ragazzi prendano a cuore la loro missione, con umiltà e quasi onorati di far parte del nostro progetto, impariamo ogni giorno quanto sia importante la dimensione umana quando si lavora per aiutare i bambini con disabilità: sono quegli aspetti intangibili nella relazione che permettono a quelli tecnici di rimanere inevitabilmente sterili.
Lo stesso possiamo dire delle famiglie, estremamente riconoscenti ai nostri volontari e disposte ad ascoltare i loro consigli, a fare piccoli sforzi e cambiamenti nella loro vita quotidiana, spesso commoventi pensando a tutte le difficoltà che hanno oltre al loro bambino con disabilità, che ha vissuto quasi sempre fino ad ora in una famiglia e in una società incapace di comprenderlo e che ora finalmente sente che qualcuno gli vuole bene per com’è, e lo aiuta senza giudicarlo.
Simone ZANATTA, Responsabile tecnico di progetto - OVCI Marocco