Pubblichiamo di seguito uno stralcio dello scritto di Alessandra Braghini in merito alle attività di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria in Marocco. Per leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui.
I giovani hanno seguito un percorso di formazione e sono diventati promotori dello Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria (SIBC). Grazie a queste competenze specifiche ricevute, hanno potuto seguire a domicilio 606 bambini e giovani con disabilità e le loro famiglie nelle regioni di Casablanca-Settat, L'Oriental, Souss Massa e Tanger-Tetouan.
I ragazzi hanno elaborato un piano di intervento per tutti i beneficiari del progetto, individuando e promuovendo le competenze necessarie per realizzarlo, hanno identificato le risorse presenti nella loro comunità, affrontando insieme le sfide e gli ostacoli incontrati lungo il percorso.
È stato come piantare dei semi, questi semi sono germogliati e hanno fatto nascere dei legami che in certe occasioni hanno cambiato la vita di questi bambini. Parliamo del legame tra i volontari e i bambini, il legame nato con le famiglie che hanno spesso cambiato la visione sui loro figli, ma anche il legame tra i volontari stessi. Tanti gruppi di ragazzi che sono diventati delle vere squadre per aiutare la propria comunità. Sono riusciti cosi a moltiplicare le loro potenzialità, condividendo le esperienze e aiutandosi a vicenda. Nella città di Berkane per esempio una volontaria ha presentato agli altri il materiale educativo in suo possesso, un’altra ragazza si é assunta il compito di prendere gli appuntamenti con gli specialisti in ospedale, un ragazzo ha spiegato agli altri come richiedere e compilare alcune pratiche amministrative. Si sono creati dei gruppi nelle diverse regioni che hanno aumentato esponenzialmente le proprie risorse. Quello che i nostri volontari hanno capito é che i bambini con disabilità hanno bisogno di quello di cui hanno bisogno tutti i bambini, di amici, di giocare, di amare e sentirsi amati.
In molte occasioni i nostri ragazzi sono stati i primi amici di questi bambini: le prime persone che giocavano con loro. Perché i volontari sapevano che attraverso il gioco si impara, si impara a parlare cantando una canzone, si impara a vestirsi mentre ci si diverte e si può anche imparare a camminare giocando. Pensiamo che la bellezza dello SIBC (Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria) sia anche questa libertà finalizzata alla maggior praticità possibile, senza perdersi nella teoria e in discorsi astratti. Le piccole conquiste raggiunte hanno potuto spesso portare dei grandi cambiamenti all’interno delle famiglie: per esempio una famiglia che non deve più comprare pannolini per suo figlio. L'autonomia, importantissima per lo sviluppo del bambino, aumenta la qualità della vita di tutti e può cambiare anche la sua situazione socio-economica, permettendo a una mamma di andare a lavorare, a una bambina di andare a scuola senza che la maestra la rifiuti perché porta ancora il pannolino, aumentando il grado di accettazione della società.
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Alessandra BRAGHINI, Responsabile impegni OVCI