Da due anni sono implicato, come educatore, nell’attuazione del progetto “Scuola Aperta: alleanze educative per l’inclusione” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Un progetto ambizioso e appassionante ed un lavoro dinamico e complesso che mi hanno portato a sperimentare spesso un senso di vertigine tra l’eccitazione dell’impegno e della scoperta e la paura-frustrazione del contrattempo e della non riuscita.

In questi due anni ho avuto la possibilità di partecipare a innumerevoli incontri e attività con le istituzioni educative, con le scuole coinvolte dal progetto e i loro direttori, con insegnanti ed educatori di scuole e centri speciali, con diversi professionisti sanitari e non, con le associazioni nostre partner, con i giovani volontari delle varie e, soprattutto, con le famiglie e i loro figli con disabilità. Attività di pianificazione, negoziazione, coordinamento, formazione, supervisione, sensibilizzazione e visite a domicilio. Una complessità di azioni e una complessità di attori: una situazione complessa, insomma. 

WhatsApp Image 2024 09 13 at 08.16.14Lungo il percorso, numerose sfide hanno provato la pazienza e imposto la resilienza: dalla necessità di adattarsi e rispondere ai cambiamenti costanti, imprevedibili e perlopiù improvvisi, alla presenza di importanti barriere linguistiche e culturali che hanno richiesto costantemente di osservare, ascoltare, chiedere, decodificare, spiegarsi, essere fraintesi, rispiegarsi, riascoltare… Difficile, a volte, anche incontrare e intercettare nelle case e nelle scuole bisogni reali e inattesi e perseverare nell’impegno di cercare di dare risposta tra molteplici impasse burocratiche e le promesse altisonanti ma inconsistenti che risuonano spesso da più fronti. 

Il semplice desiderio di aiutare i bambini con disabilità e le loro famiglie ha presto conosciuto il dubbio e il bisogno di capire prima e meglio cosa significhi, in questa parte di mondo, avere e vivere con una disabilità, ma anche cosa vuol dire essere un bambino e che comportamento ci si aspetta da lui e, ancora, come si concepiscono il ruolo e l’autorità del genitore e come è vissuta la relazione genitore-figlio. 

Nel corso di questi anni, l’esperienza senza dubbio più ricca per apprendimenti ed emozioni è stata visitare le famiglie dei bambini con disabilità insieme ai giovani volontari delle attività di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria. Un’esperienza che mi ha permesso non solo di farmi vicino alle persone con i loro bisogni reali ma anche di imparare ad apprezzare sul campo le molte sfumature di una cultura così lontana e vicina allo stesso tempo – un’esperienza che invita all’umiltà e che allarga lo sguardo. È sorprendente vedere come spesso le cose che ci uniscono sono di più delle cose che ci separano, analogie che si ancorano nella nostra comune natura umana e che ci parlano di un folto intreccio di scambi e spostamenti che si perdono all’indietro nelle pieghe della storia. 

WhatsApp Image 2024 09 13 at 08.21.00In una società così fortemente improntata all’oralità e alla relazione, non è stato certamente semplice spingermi al di fuori del guscio dell’introversione e chiedere, chiedere, chiedere... E al termine di questa esperienza rimane sicuramente un profondo senso di gratitudine per tutti gli incontri fatti, le soluzioni trovate, i dubbi chiariti, le idee scambiate, lo cose fatte. Insieme. Sarò per sempre grato a Francesca, terapista occupazionale dell’Associazione La Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento e Pasian di Prato, per aver avermi aiutato a trovare una soluzione per il giovane K., paralizzato dal collo in giù, e che grazie a un PC, una webcam e un software gratuito adesso può scrivere, inviare dei messaggi su Whatsapp e cercare dei video su YouTube e in futuro potrà forse perfino riprendere il suo percorso scolastico – una grande soddisfazione e un momento apicale del mio percorso umano e professionale.

WhatsApp Image 2024 09 13 at 11.21.59Questa esperienza mi lascia anche una profonda gratitudine per la fortuna che mi è toccata in sorte – il privilegio di poter sperimentare una certa liberta di pensiero e di espressione e un’educazione di qualità – e il desiderio di condividerla e metterla a frutto all’insegna dell’incontro e dell’interculturalità. 

Luca Vellandi - Responsabile Attività di Educazione Inclusiva e Sviluppo Inclusivo con OVCI in Marocco da Ottobre 2022 a Ottobre 2024

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