Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'articolo di Anna Sala, volontaria OVCI, e Airis Vettorel, consulente esperta, entrambe in Sud Sudan. Per leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui

"Abbiamo chiesto a due giovani donne dello staff di Usratuna che cosa avrebbero fatto con un biglietto di sola andata per un'altra città nel mondo, lontana dal loro Paese, il Sud Sudan. Il Sud Sudan è il Paese più giovane al mondo, ma che negli ultimi anni si è trovato ad affrontare grosse sfide sia dal punto di vista economico, sia sociale e ancor di più sanitario. Forse può sembrare scontato pensare che sia più facile scappare da una realtà simile, ma ciò che Chatrine e Amna ci hanno insegnato in questi giorni è proprio il contrario.

Sud Sudan Catherine 1Chatrine, 33 anni, Empowement Officer, è una forza della natura. La sua passione è travolgente mentre ci racconta come ogni giorno si batte per i diritti dei più vulnerabili e per dare sostegno alle loro famiglie. Ci racconta come per lei stessa, a causa della sua disabilità visiva, ogni giorno sia uno stimolo in più per cercare di rendere questo Paese un luogo accessibile e sicuro. Catherine esprime con forza la sua autonomia negli spostamenti che scandiscono la sua quotidianità e che si traduce nell’impegnarsi a costruire una realtà raggiungibile per chi, come lei, si trova ad affrontare difficoltà dovute non solo alla disabilità ma anche ad una società forse non sempre pronta ad accogliere queste diversità.

 

Amna ha 27 anni e tutte le mattine si reca alla pre-scuola di Usratuna per insegnare ai bambini di una classe di sordo muti quello che molti anni prima lei stessa ha avuto modo di apprendere: la comunicazione. Infatti, come ci racconta attraverso le sue mani, i suoi occhi e le sue espressioni, quello che la rende felice e le dà speranza è la capacità di comunicare con il mondo attraverso una via non scontata, ma efficace. Come Catherine, anche Amna ci comunica questa innata necessità di trasmettere a tutti la certezza di poter vivere la propria quotidianità nonostante la disabilità. Amna si illumina quando le chiediamo cosa la rende più felice rispetto al lavoro che fa e ci risponde che la gratificazione più grande è quando i suoi piccoli alunni si sentono compresi e ricambiati.Sud Sudan Amna

[...]

Alla domanda iniziale, entrambe ci hanno dato una semplice risposta: nessuna delle due avrebbe accettato di non tornare in Sud Sudan, ma avrebbero preferito viaggiare, apprendere nuove conoscenze per poi condividerle a casa loro per un ideale di futuro più fiorente per il loro Paese.

Incontrare queste due persone ci ha fatto rendere un più consapevoli come “Casa” sia innanzitutto un luogo in cui ognuno possa esprimere a 360 gradi la sua identità, e attraverso questa contribuire allo sviluppo del benessere della comunità a cui appartiene; amare è costruire un luogo da chiamare Casa." 

Anna Sala, volontaria OVCI, e Airis Vettorel, consulente esperta a Juba, Sud Sudan

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