Sento che il mio cuore sta bene al ritorno da un viaggio in Sud Sudan, anche se è doloroso vedere che il mondo è fatto di poveri... Ci sono al mondo persone “di serie D” che non possono accedere ad elementi essenziali per vivere e per curarsi.
D'altra parte il piccolo seme della nostra missione, Usratuna, cresce negli anni; certo, con i tempi del Sud Sudan. Persone povere e limitate hanno imparato a rendersi capaci di offrire un pochino di sostegno e una fonte a chi soffre. È una tale meraviglia che mi fa commuovere fino alle lacrime...
Sono arrivata a Juba per la prima volta 20 anni fa e ho avuto la grazia di vedere tante cose succedere ed evolvere in questo povero Paese che rimane sempre povero.
La prima volta, Juba era un villaggio fatto di capanne e i bambini erano pieni di mosche e non si riusciva a liberarne gli occhi perché sempre tornavano… Le mamme erano spesso solo con la gonna e non interagivano con i loro bambini se non per portarli al seno come unica e immensa consolazione. Al mercato c’erano poche cose e c’erano persone che vendevano anche solo 3 pomodori e 2 uova: era l’unico luogo di acquisto ed era dura vedere, odorare, comprare e pensare di mangiare quelle cose. Tutti erano magri allo stesso modo, alcuni anche di più, e i segni della fame erano evidenti sullo sguardo perso di molti di essi.
Oggi Juba è una città caotica, con palazzi e subito accanto baraccopoli; oggi hai la possibilità di andare al supermercato e comprare la carne sigillata e il mercato ha molta merce, meglio esposta e con molti colori, e sorridi pensando alla prima volta.
I bambini sono sempre loro, belli e che guardano il “bianco” come fosse “l’uomo nero”!
Rivedi la foto degli anni ‘80 dove erano così tanti i bambini con la poliomielite che facevano le squadre di calcio per i bambini con le stampelle. Ma ora la poliomielite è stata debellata e anche il morbillo, che in Sud Sudan faceva molti morti… e dici: Usratuna ha contribuito a questo, portando la vaccinazione; ma che miracolo!
E vedi l’operatore che ha imparato a distinguere bene le crisi epilettiche e decide subito il farmaco giusto al dosaggio giusto e sorridi… E vedi il fisioterapista che tiene una lezione di aggiornamento ai colleghi e poi porta sul tema il paziente con la patologia descritta, e ti commuovi perché ha spiegato proprio bene!
E poi c’è la mamma che ti porta il suo bambino di 10 anni che ha fatto l’encefalite quando aveva 8 mesi di vita ed è in stato vegetativo. Dice che fatica, ma ormai ha i suoi “trucchi” per farlo mangiare. È un bambino grave e ti chiedi che miracolo è la vita, come faccia un bambino così a sopravvivere a Juba! Cerco di visitarlo, è sano, ha un buon trofismo, non ha piaghe, ma il bambino si irrigidisce (in termine tecnico si dice va in decerebrazione), con le gambe che si incrociano in aria tanto sono rigide. Le chiedo se lei è in grado di rilassarlo e la mamma dice che gli canta le canzoni e lui un po' si rilassa e quando dorme è rilassato. Arriva l’assistente sociale che conosce questa famiglia e inizia a mobilizzare il bambino, che subito si rilassa. Che meraviglia! Dico alla mamma che è una bravissima mamma, che quello che io faccio in questi casi è insegnare alle mamme quello che lei sta facendo benissimo, che è una mamma meravigliosa.
Ora i bambini con un idrocefalo o una spina bifida vengono operati a Nairobi con un progetto di sostegno alle famiglie per le spese e il nostro Clinical Officer ha imparato a fare il follow-up in accordo con i medici di Nairobi. Oggi è possibile fare anche qualche TAC o RM encefalo anche se il prezzo è proibitivo per i più.
Quanti cambiamenti e miglioramenti che allargano il cuore e quante cose rimangono da fare, da insegnare, da promuovere, quanta prevenzione per evitare che i bambini continuino ad avere monoparesi da iniezione intramuscolo…
Le mamme e i papà che soffrono sono sempre uguali qui in Italia e lì in mezzo ai poveri, fanno le medesime domande e cercano quel di più che non può esserci, perché la sproporzione è sempre la misura del nostro lavoro... Ma la presenza di Gesù è sulle strade dei poveri qui e lì... e questo deve calmare il nostro cuore inquieto.
Sandra Strazzer, neurologa Responsabile del Dipartimento area Neurofisiatrica, esperta in cerebrolesioni congenite e acquisite del bambino presso l’IRCCS Eugenio Medea