Era il 1 Giugno 2021 quando, insieme al mio compagno Matteo, abbiamo deciso di intraprendere questo cammino insieme in Sud Sudan con OVCI. All’inizio eravamo spaventati, l’arrivo in aeroporto è stato decisamente difficile per una serie di imprevisti incontrati legati alla mia macchina fotografica (secondo loro avevo la faccia da giornalista!).
I primi dieci giorni di quarantena - legati al periodo Covid - sono stati strani, costellati dalle visite delle Piccole Apostole presenti e degli altri cooperanti.
Eppure, dopo tre mesi che ci eravamo ambientati, non abbiamo avuto tanti dubbi su quale fosse il nostro desiderio: rimanere, nonostante le difficoltà e nonostante le varie malarie collezionate.
Ma dopo tutto questo preambolo passiamo alle presentazioni: sono Carola, infermiera con anni di esperienza di emergenza 118 e pronto soccorso. Ho sempre avuto "il grillo" di partire, ho scelto la carriera da infermiera proprio perché mi dava una solida conoscenza e capacità per poter lavorare in tutti gli ambiti, anche quelli più difficili e poter portare le mie capacità in contesti di cooperazione mi ha sempre affascinata.
Ho incontrato Matteo proprio nel momento in cui stavo per finalizzare questo cambiamento tramite un altro Organismo, ma poi... all’amore non si comanda, motivo per cui siamo partiti insieme!
In OVCI ricopro diversi ruoli: sono arrivata come Tecnico Sanitario all’interno del progetto CURE, della durata di tre anni finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; seguo il progetto nutrizionale del World Food Program sulla prevenzione della malnutrizione e da pochi mesi anche un progetto sulla salute materno-infantile, finanziato anch'esso dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in collaborazione con il CUAMM.
Dopo un anno ci sentiamo talmente tanto coinvolti in questo pazzo posto chiamato Usratuna, che abbiamo festeggiato anche qua il nostro matrimonio (celebrato in Italia a giugno), con lo staff nazionale e altri amici espatriati.
Un proverbio tibetano recita: "Là dove sei felice, sei a casa".
Ebbene, non so come descrivere la felicità di quel momento, tutti insieme a danzare sotto la pioggia, non esiste bianco o nero, bari o dinka, povero o ricco, ma un unico grande movimento che danza per festeggiare la felicità.
Carola ESPOSITO, Infermiera Referente tecnico