Sono partita per il Sud Sudan con molta gratitudine per l’opportunità di poter fare questo viaggio di conoscenza della realtà del centro di riabilitazione Usratuna a Juba perché da tempo avevo il desiderio di poter conoscere più da vicino l’esperienza che alcune Piccole Apostole della Carità, con altri collaboratori espatriati e operatori del luogo, stanno vivendo in terra africana.
Il partire senza avere un compito specifico mi ha dato la possibilità di partire “più leggera”, con più spazio per poter cogliere e accogliere i volti, le storie, i colori, gli spazi, gli odori e i rumori che per la prima volta ho avuto modo di incontrare.
Sono stata accolta con tanta disponibilità e mi sono proprio sentita accompagnata in questo percorso di conoscenza. La prima compagna di viaggio, oltre alla “dottoressa Sandra” (come la chiamano lì a Ustratuna) è stata Francesca, altra collaboratrice di OVCI in partenza, poi Anna, Gisella ed Elena, che porto nel cuore con profonda gratitudine non solo per avermi accolta ma anche accompagnata affinché questo viaggio potesse essere, per me, più bello e vero possibile.
Un viaggio fatto di passi, incontri, esperienze ma anche ispirazioni, desideri e stimoli.
Ci sono stati poi altri collaboratori ed operatori, ma anche persone del luogo che mi hanno permesso di fare esperienze diverse e vedere molteplici attività legate ai progetti OVCI.
Grazie al programma di Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria - SIBC, con progetti in ambito riabilitativo, sanitario ed educativo, ho così avuto la possibilità, con alcuni operatori del Centro Usratuna che costituiscono un team mobile, di recarmi in alcune scuole per identificare bambini con disabilità al fine di inserirli poi in un percorso di valutazione, presa in carico e riabilitazione.
Ho visitato un orfanotrofio per valutare le condizioni di distribuzione degli alimenti di supporto alla crescita dei bambini.
Sono andata in alcuni dispensari che si trovano in diverse aree territoriali, dove gli operatori locali, sempre in collaborazione e supportati da OVCI, dispensano cure e farmaci ai bambini e alle loro mamme.
Con un gruppo di giovani volontari siamo andati in un quartiere dove vivono diversi gruppi familiari e dove i bambini e i ragazzi non hanno accesso ai luoghi di cura. Allora ci sono persone che portano loro la Cura, anche attraverso la propria presenza e la disponibilità a medicare le ferite e le lesioni che questi bambini e ragazzi hanno in abbondanza…
Ho visitato e avuto modo di vedere l’attività del dispensario (Usratuna Primary Health Care Centre) con la presa in carico dei bambini che afferiscono al servizio di epilettologia, ma anche il programma di vaccinazione e di nutrizione per bambini e mamme in gravidanza. Oltre alle visite mediche, alle prestazioni infermieristiche e le analisi di laboratorio, ho assistito al compiersi del programma nutrizionale per i bimbi in condizione di malnutrizione.
Ho assistito a diverse attività con le mamme, i bambini, gli operatori del servizio di riabilitazione e dell’officina ortopedica, ma anche le insegnanti e quanti collaborano affinché i bimbi con disabilità, che vi accedono anche avvalendosi del Prescuola, possano trovare accoglienza e facilitazioni per poter vivere al meglio la quotidianità. Ho visto il desiderio e l’impegno di formare i giovani operatori per garantire un servizio attento ai bisogni dei bimbi e delle famiglie.
Ho potuto far visita al St. Mary’s College, università in cui OVCI gestisce i Corsi di Laurea in Scienze Riabilitative e Sviluppo Umano.
Quanto ho visto, ascoltato, sentito è molto di più rispetto a quanto espresso in queste poche righe. Alcune esperienze sono state molto forti e sento di aver fatto un viaggio soprattutto interiore, rispetto ad un mondo che è molto diverso dalla cultura, credenze e quotidianità che sono abituata a vivere.
Stare in questi luoghi e aver incontrato tante persone mi ha aperto il cuore e la mente alla consapevolezza di quanto questa nostra terra e le persone che vi abitano abbiano bisogno di rispetto, accoglienza e gentilezza.
Questi atteggiamenti possono proprio essere i tratti di bontà di cui le persone, a qualsiasi latitudine, hanno bisogno.
Credo che nessuno possa da solo cambiare il mondo e spesso neanche i sistemi, ma ora ho la certezza che ciascuno, nelle scelte quotidiane e nella concretezza di quello che è e fa per gli altri, può fare la differenza. Questo è quello che ho visto e sperimentato osservando le persone incontrate in questa breve quanto intensissima esperienza a Juba.
Marica Granziera, coordinatrice infermieristica presso l’Unità di riabilitazione specialistica patologie neuropsichiatriche e l’Unità di riabilitazione neuroncologica e neuropsicologica dell’IRCCS E. Medea di Bosisio Parini