Vicino al nostro Centro si sono accampate alcune famiglie appartenenti alla tribù Mundare, che sono dovute scappare dalle loro terre a causa della guerra e si sono rifugiate nella città di Juba.
La vicinanza e la curiosità dei loro bambini ci ha permesso di conoscerle meglio e di scoprire che la produzione di burro di arachidi è tipica della loro tribù.
Sembra che il burro di arachidi abbia origini antichissime e alle origini – come qui in Africa ora – aveva un aspetto granuloso e poco spalmabile.
Anche le donne Mundare lo lavorano come veniva fatto nell’antichità. Qui non ci sono mixer e forni che riducono i tempi di preparazione e permettono di risparmiare fatica ed energia.
Un giorno ci siamo fermate a osservare queste donne che con passione e costanza hanno preparato dell’ottimo burro di arachidi.
I passi da compiere sembrano semplici, ma la procedura è molto lunga: prima di tutto bisogna sgusciare tutte le arachidi eliminando la pellicina rossastra che le ricopre. Le arachidi vengono poi tostate in grandi pentoloni e, una volta raffreddate, le donne – aiutandosi con delle piccole assi di legno – le riducono in polvere.
Il risultato finale è una specie di crema granulosa che può essere gustata da sola o abbinata a del pane.
Anche noi a Usratuna abbiamo deciso di inserire il burro di arachidi nell’alimentazione dei bambini perché è un prodotto stuzzicante e al tempo stesso molto proteico: quando ci si trova in contesti in cui l’alimentazione è molto povera, trovare dei cibi gustosi ma al tempo stesso nutrienti è importante per favorire la crescita e il corretto sviluppo in età evolutiva.
Lo usiamo sia per i bambini che frequentano il nostro pre-scuola sia per i bambini con malnutrizione medio-lieve che supportiamo attraverso 12 Centri (tra scuole e orfanotrofi) nella città di Juba.
Abbiamo fatto due più due e messo in atto uno scambio: le nostre vicine di casa preparano burro di arachidi per noi e in cambio diamo loro sapone, latte, acqua ed altri beni di prima necessità, così possono sfamare i loro bambini.
Anche questa è Africa, ci si guarda attorno e ci si aiuta a vicenda con quello che si ha e si sa fare.