Difficile mettere in ordine i pensieri e trovare le parole per esprimere tutte le sensazioni provate in questi ultimi mesi, riempire una pagina bianca con emozioni forti e al tempo stesso contrastanti. Ogni volontario messo in stand-by come me, in questo loop di attese che sembra quasi non finire mai, forse riuscirà a capire questo pensiero, che può sembrare sconfusionato, perché mentre ne parlo il mio cuore batte a mille e le parole vanno un po’ a caso.

Mi chiamo Clelia, sono una volontaria in attesa di partire con il Servizio Civile Universale per la Cina e non intendo rinunciare al progetto per cui mi sono spesa tanto e che risulta perfettamente in linea col mio percorso di studio e di lavoro.

Non so quanto sarà utile questo breve racconto ma so che è comunque importante, come del resto ci insegnano i nostri progetti di volontariato, dar voce ai senza-voce e saper condividere le esperienze che viviamo, belle o brutte che siano.

Vi chiederete perché. Nemmeno noi abbiamo la risposta… eccetto una lista nera di Paesi pubblicata dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale che, con motivazioni a noi ancora poco chiare e modus operandi incomprensibili, di punto in bianco, a progetti già avviati, blocca le partenze.

Inutile dire quanto mi senta delusa da questa ingiustizia calata dall’alto sulle vite di noi volontari pronti a partire e metterci al servizio del bene comune. Ho scelto di intraprendere questa esperienza perché sentivo di aver trovato finalmente una strada per dare un senso e un significato più profondo a ciò che mi piace fare. Leggendo per la prima volta nel bando il progetto per cui poi mi sarei candidata sentivo che mi stavo avvicinando a qualcosa di più simile alle idee che avevo in testa per il mio futuro…. Si è accesa una lampadina e ho capito che finalmente potevo far incontrare i miei due mondi di interesse, quello della cooperazione internazionale e del lontano Oriente.

Scoprendo il progetto dei Caschi Bianchi per l’inclusione delle persone fragili di OVCI in Cina, Paese verso cui ero già proiettata per affinità con il mio background di studi, non potevo non cogliere questa occasione che mi si presentava come il connubio perfetto fra le mie passioni. Pur sapendo di non avere esattamente il profilo ricercato, una grande motivazione mi ha spinta a presentare domanda.

Ero in isolamento con il Covid quando mesi dopo scopro di non essere in graduatoria, cerco di andare avanti… forse non era destino. Quest’anno aveva già portato con sé cose spiacevoli quindi quel “colpo” non avrebbe fatto poi tanta differenza. Con l’inizio dell’estate arriva una chiamata del tutto inaspettata, un posto vacante nel progetto che ormai avevo dato per perso. Con immensa gioia e una motivazione ritrovata accetto, e con un ripescaggio dell’ultimo minuto vengo inserita nel programma di formazione iniziato proprio in quei giorni. Gli ostacoli erano appena iniziati, il problema delle frontiere cinesi ancora non del tutto riaperte, le difficoltà per l’ottenimento dei visti, eccetera. Insomma, la mia e quella della mia collega volontaria era già una partenza “problematica”, ma non per questo impossibile. Infatti andando avanti a piccoli step le vie si erano aperte ed eravamo finalmente riusciti ad ottenere la tanto attesa lettera di invito per il visto.

Ero al settimo cielo, sempre più vicina alla meta.

Invece arriva il blocco dall’Italia…. La reazione è stata di profonda amarezza e sconcerto, dopo tutti gli ostacoli superati! A distanza di settimane, con ancor più sconforto e frustrazione ma con la stessa determinazione, la domanda che continuo a pormi è “Si può davvero premere il tasto stop sulla vita di una persona adulta che desidera contribuire alla cooperazione e alla solidarietà?”

Ricordo il passaggio di una poesia citata durante un giorno di formazione come augurio per il viaggio che avremmo di lì a poco intrapreso:1

“[…] Sì, sì, d’accordo. Ma ora dormi.

È notte e domani ti aspettano cose più urgenti,

perfette per la tua misura definita.

[…] E in più questo viaggio dal punto A al punto B.

Decollo alle 12.40, ora locale,

e il volo sopra matasse di nubi del posto

lungo una sottile striscia di cielo,

una qualunque, all’infinito.”

(Prima del viaggio, Wisława Szymborska)

Voglio poter pensare che questo viaggio dal punto A al punto B si possa davvero realizzare come stabilito.

Voglio riuscire a tenere alto il morale nonostante la pesantezza aumenti col passare delle settimane.

Voglio continuare a crederci fino in fondo perché so che ne vale la pena!

La scelta del cooperante, che per definizione stessa va a lavorare in contesti già di per sé difficili e con persone a cui spesso non è garantita la sicurezza, è una scelta che a parer mio va difesa e incoraggiata, e non respinta o bloccata. Soprattutto quando non ci sono ragioni valide per farlo… o almeno non ci sono ancora state chiarite.

Non abbiamo scelto di partire per un viaggio di piacere (motivo per cui invece è permesso recarsi in tali paesi all’estero), ma abbiamo fatto una scelta di valore, mettendo in gioco tutti noi stessi e i nostri progetti futuri.

Mesi di preparazione, studi, ricerche, ostacoli burocratici, vaccinazioni, videochiamate con i colleghi che ci aspettano con ansia dall’altra parte e con i quali continuiamo a collaborare da remoto in attesa di buone notizie che tardano ad arrivare. Ovviamente con la piena consapevolezza di ciò a cui andiamo incontro, con dei piani sicurezza appositamente pensati e scritti con responsabilità ed impegno da parte dei nostri Enti.

Pertanto credo che la “tutela” non sia quella di lasciarci a casa nell’incertezza e nel precariato, ma di permetterci di vivere questa esperienza, per noi stessi, per il nostro Paese e per gli Enti che ci supportano e aspettano di accoglierci a braccia aperte nella sede di servizio.

Sul treno ci sono salita e non voglio scendere! Spero che anche le istituzioni in cui abbiamo riposto la nostra fiducia capiscano le conseguenze sul futuro di centinaia di noi, e riconoscano il valore dell’opportunità che il SCU ci ha dato.

Clelia Marinucci, Casco Bianco OVCI Cina in attesa di partire

#sbloccoSCUestero

archivio Notizie dai Paesi

con noi... PER TUTTI I BAMBINI DEL MONDO

DIVENTA VOLONTARIO

FAI UNA DONAZIONE

IL TUO 5x1000 PER OVCI

COLLABORA CON NOI

 


 OVCI la Nostra Famiglia
via don Luigi Monza 1 - 22037 Ponte Lambro (CO)
tel 031-625311   -    mail info@ovci.org   -   C.F. 91001170132