“Tieni Giulia, questo è per te” mormorò Yueyue l’altra mattina con la sua voce flebile allungandomi una caramella alla ciliegia che stringeva fra le sue manine. Avevamo appena finito lezione con Febe, terapista di neuropsicomotricità (sigla abbreviata in inglese PMT), e Yueyue prima di andare via col papà è tornato a regalarmi la sua caramella, per poi infilarsi la giacca e correre via. È sorprendente come un piccolo gesto, una risata fragorosa, la voce di un bimbo del Centro che pronuncia il tuo nome, possa scaldarti il cuore in una fredda giornata autunnale a Pechino.

Ho cominciato a lavorare a contatto con bimbi già un po’ di anni fa, in concomitanza con i miei studi universitari. E sebbene siano stati diversi i bimbi con cui ho trascorso interi pomeriggi, un grande senso di commozione sempre mi pervade ogni volta che una bimba o un bimbo mi dimostra il suo affetto.

Cina Zinni articolo novembre 4Quest’anno in Cina la mia esperienza con i bambini si differenzia dalle precedenti per via del taglio delle lezioni in cui sono coinvolta: sono lezioni di psicomotricità dedicate a bambini affetti da disturbo del deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) o dello spettro autistico. La psicomotricità è una disciplina che, attraverso movimento e gioco, aiuta ad armonizzare le emozioni, il corpo, alcuni aspetti cognitivi e la relazionalità: quando si parla di movimento in PMT non ci si riferisce esclusivamente a mere abilità motorie, bensì al coinvolgimento del bambino in attività ludiche, che stimolano l’espressività del corpo assieme ad aspetti cognitivi, psicologici, emotivi e relazionali.

Dalle mie esperienze con i bimbi ho appurato sinora che le espressioni e il linguaggio corporei rivestono una grande importanza, spesso superiore a quella del linguaggio verbale. E le lezioni di PMT il sabato mattina presso il centro di Womende Jiayuan si sono rivelate, specialmente all’inizio, la manifestazione concreta di questo pensiero.

Ricordo ancora la prima lezione e il senso di agitazione che mi pervadeva, in parte per la novità dell’esperienza in sé, in parte per la barriera linguistica – perché un conto è studiare il cinese sui libri, un conto è riuscire ad adoperare la lingua nei contesti del gioco e dell’improvvisazione. Sebbene questa barriera mi abbia inizialmente un po’ inibita e “immobilizzata”, mi sono pian piano resa conto che le risa e gli sguardi dei bimbi sono universalmente accoglienti. E settimana dopo settimana la mia inibizione è andata sempre più affievolendosi.Cina Zinni articolo novembre 1

Ed è per questo che esperienze simili mi portano a riflettere su quanto il linguaggio spesso si ammanti di significati altri, fittizi, talvolta disconnessi dalla realtà, ma che proprio per questo permettono di immergersi in scenari fantastici e lasciare mente e corpo liberi di fluttuare tra uno spazio immaginario e un altro.

Ed ecco quindi che l’aula di PMT e i cuscinoni colorati che la disseminano, assumono le forme più disparate, diventando montagne da scalare, trampolini da cui tuffarsi, la cucina di un ristorante in cui inventarsi cuochi provetti, piste da ballo o nascondigli in cui ripararsi dalle intemperie.

Giulia Zinni, Casco Bianco SCU con OVCI in Cina

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