Parlare di disabilità è senza dubbio - ancora nel XXI secolo - un argomento di cui pochissimi amano parlare. Ebbene, da 5 anni sono coinvolta con OVCI nel lavoro con le persone con disabilità, conoscendo le loro esigenze e problematiche, i desideri e i sogni.
Due anni fa ho conosciuto attraverso una visita la storia di Roberto Roldán, un padre di famiglia di 54 anni la cui vita è cambiata totalmente da quando ha acquisito una disabilità. Con le lacrime agli occhi ricordo che mi raccontava quanto fosse difficile adesso la sua vita: tutto è iniziato con una debolezza dai piedi fino alla parte centrale del tronco. Poi un giorno semplicemente non è riuscito a stare in piedi: la sua famiglia ha cercato immediatamente aiuto medico e gli specialisti sanitari gli hanno diagnosticato un tumore al midollo spinale, sottoponendolo poi a un intervento chirurgico durante il quale il tumore è stato parzialmente rimosso.
Roberto sperava che, con l'intervento chirurgico e la riabilitazione che aveva avuto nei primi mesi, avrebbe camminato di nuovo, tuttavia questo non è stato possibile. Quando è stato indirizzato al nostro programma SVILUPPO INCLUSIVO SU BASE COMUNITARIA (SIBC) non aveva una sedia a rotelle propria, ma una che gli era stata prestata. Dunque è stato immediatamente attivato l’iter per dargli una sedia a rotelle personalizzata che gli permettesse di essere un po' più autonomo, in modo da migliorare la qualità della sua vita.
Roberto ha imparato molte cose convivendo con la sua disabilità e utilizzando un aiuto tecnico, anche se all'inizio tutto è stato difficile. Oggi ha la sua sedia a rotelle che gli consente di svolgere attività di base autonomamente, quali trasferimenti, spostamenti e alcune attività della vita quotidiana.
Speriamo che la prossima volta che di Roberto potremo raccontare una buona notizia sarà perché saremo riusciti ad effettuare l’inserimento lavorativo, che è il suo più grande desiderio per tornare ad essere il sostentamento della sua casa come lo era prima di questo sconvolgimento della sua vita.
Mayra Farias, fisioterapista del progetto
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