Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'articolo di Alfonso Salerno, Casco Bianco con OVCI in Marocco fino al 23 giugnoPer leggere l'articolo intero pubblicato sul Notiziario La Nostra Famiglia clicca qui.

Il Centro “Servizi Multidisciplinare SAFIR” opera in Marocco attuando la presa in carico dei bambini con disabilità residenti nella zona di Temara. Inserito all’interno di una scuola, il Centro Safir accoglie le famiglie con figli/figlie con disabilità che vengono trattati con interventi riabilitativi di fisioterapia, psicomotricità e logopedia.

Tra le figure che operano presso Centro, vi sono Nadia e Sumia. Nadia ricopre la carica di Logopedista, Sumia è una mamma. Nadia afferma: “Io mi relaziono soprattutto con le madri, per dare loro un supporto aperto, un contatto umano”, sostiene infatti che attraverso il dialogo con la madre si riesce a migliorare il risultato sui bambini con disabilità che frequentano il Centro. “Le madri si occupano quotidianamente dei loro bambini. Parlando con loro, riusciamo sempre a migliorare la nostra relazione. Con la madre bisogna stabilire un rapporto di fiducia, far capire loro che non sono sole e che non è loro la responsabilità di ciò che è avvenuto”.

Sumia dice: “Io capisco, mio figlio ha una disabilità, voi mi dimostrate come devo operare, mi guidate nelle mie azioni di cura, vi ringrazio perché parlare con le madri è fondamentale”. Avere un figlio disabile è un “fardello” pesante per una coppia, peggio ancora se il padre è assente. Alla quotidianità della madre si aggiungono una serie di compiti: visite mediche, analisi, radiografie, visite ai professionisti ecc. La maggior parte delle madri si trova in situazioni molto complesse che comprendono il lavoro, le faccende domestiche, l'istruzione dei figli, la frequenza scolastica e così via, tutti questi impegni sono stressanti per ogni madre, ponendola costantemente in una situazione di difficoltà.

MAROCCO articolo 3Molte mamme sono esauste, piangono continuamente, alcune devono lasciare il lavoro per problemi di assenze, rinunciano a molti eventi sociali, abbandonano tutte le feste familiari come matrimoni e compleanni per evitare sguardi imbarazzati che le spingerebbero a vivere in totale isolamento. Noi dobbiamo stare molto vicini a queste mamme, evitare qualsiasi discorso che le faccia sentire in colpa, attenti a non offenderle o farle soffrire, dobbiamo dare loro fiducia perché a loro volta acquistino fiducia in sé stesse; occorre prendersi cura dei loro bambini, cercare di mostrare loro i lati positivi che rischiano di non vedere.

Parole e gesti rassicuranti sono un aiuto fondamentale per aiutare le mamme a capire e poter superare i tanti problemi che incontrano, sono un mezzo terapeutico altrettanto importante anche per i bambini con disabilità, in particolare quelli più motivati ad apprendere, perché capendo le loro potenzialità riescano a credere in sé stessi e superare tutti gli ostacoli che incontreranno nel cammino verso l’autonomia e l’integrazione sociale. [...]

Alfonso Salerno, Casco Bianco con OVCI in Marocco fino al 23 giugno

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