Siamo quasi giunti al termine del nostro anno di Servizio Civile Universale come volontari in Ecuador, e come tutte le esperienze che si vivono abbiamo collezionato sia momenti belli, preziosi e indimenticabili, sia momenti più tristi e drammatici. Abbiamo avuto la fortuna di visitare luoghi remoti e unici, e abbiamo condiviso questi mesi con persone che rimarranno per sempre parte della nostra memoria e della nostra vita.

silvana1In questo articolo non voglio descrivere nessuna attività, né parlare di un caso clinico… vorrei invece dedicare questo articolo alla memoria di una persona che ha fatto la storia di OVCI qui ad Esmeraldas, che ha dedicato più di un terzo della sua vita a questo Paese. Vorrei dedicarlo a Silvana Repossi, una Piccola Apostola della Carità impegnata nella realtà di Esmeraldas da ventisei anni, nonché amministratrice e Rappresentante Paese di OVCI in Ecuador e punto di riferimento per tutti i volontari di Servizio Civile che in questi anni sono stati impegnati ad Esmeraldas come Caschi Bianchi. Purtroppo, colpita da emorragia cerebrale, Silvana ci ha salutati improvvisamente nel mese di febbraio, lasciando un vuoto profondo in tutte le persone che avevano avuto la fortuna di conoscerla.

È stata una presenza formidabile e unica, una persona il cui lavoro, svolto ogni giorno con dedizione e impegno, ha contribuito a fondare una base solida per favorire l’inclusione delle persone più fragili ed emarginate di tutta la provincia di Esmeraldas; ha posto le fondamenta di un nuovo modo di pensare la disabilità e il disagio, di scoprire e accogliere il buono che c’è in tutte le persone così come in tutte le situazioni che ci si presentano nella vita. Ha rivolto sempre uno sguardo di amore e pieno di ottimismo a tutte le situazioni vissute, e non si è mai tirata indietro quando le si presentava la minima occasione di aiutare gli altri. Ricordo la sua dedizione assidua al lavoro, dedicava a OVCI tutto il giorno, rimanendo in ufficio fino a tardo pomeriggio e concedendosi solo una pausa per il pranzo. In molte occasioni la si vedeva lavorare anche di sera e nei fine settimana: aveva davvero molte questioni di cui occuparsi, ma trovava sempre il tempo per tutti. A nessuno ha mai detto di non avere tempo; riusciva sempre a ritagliare qualche minuto per chiunque avesse bisogno di lei. Tra le mille faccende che la vedevano impegnata, ogni sabato trovava anche il tempo di visitare le persone carcerate, fornendo loro sempre supporto e attenzione, forte del fatto che nessuno deve essere lasciato indietro e nessuno deve essere escluso e dimenticato.

Cara Silvana, mi ricordo ancora i lunedì che trascorrevamo insieme in ufficio, io impegnato a sistemare le valutazioni dei casi osservati la settimana precedente, tu con la testa nel computer a fare quadrare tutti i conti. Ricordo le nostre chiacchierate e la pausa delle 11.00 che quasi dovevo obbligarti a fare, con un buon caffè e l’immancabile Ferrero Rocher. Avevi sempre tempo per tutti, ma spesso ti dimenticavi di prendere del tempo per te stessa. Condividevamo la passione della montagna, e mi raccontavi sempre tutte le scalate che avevi fatto da giovane: ricordavi ancora molto bene la gita che avevamo fatto a Mindo tre anni fa, quando ci siamo conosciuti per la prima volta durante l’estate; ricordavi che quella sera eravamo rimasti sotto la pioggia e senza un posto dove dormire, dicevi che Dio aveva provveduto a noi facendoci poi incontrare un uomo che ci aveva ospitato a casa sua senza chiederci nulla in cambio, insegnandomi che al mondo ci sono sempre persone buone, e che solamente bisogna impegnarci per trovarle.silvana2

Ricordo anche che avevamo deciso di andare insieme a Quito per salire sul vulcano Cotopaxi: dicevi che ti saresti presa qualche giorno di vacanza per far avverare questo sogno, che avevi ormai chiuso nel cassetto da anni, ma purtroppo non siamo mai riusciti ad andarci. Come ho sottolineato più volte, hai sempre dedicato il tuo tempo agli altri, e questo non ti è mai pesato; quando te lo facevano notare, dicevi che il tempo per te riuscivi sempre a trovarlo e che quella era solo una nostra impressione.

Voglio dirti una cosa. Anche se abbiamo condiviso pochi mesi insieme, tu per me sei stata un grande esempio e fonte di ispirazione. Quando penso a me, penso sempre che vorrei essere un po’ come te. E sai una cosa? Dopo tutto quello che tu hai fatto per noi e per tutte le altre persone gratuitamente e senza fatica, dopo tutto il tempo che ci hai dedicato nonostante i tuoi numerosi impegni, questa volta abbiamo voluto fare noi qualcosa per te, aiutandoti ad esaudire il tuo sogno nel cassetto. A distanza di tre mesi dalla tua scomparsa, insieme al mio compagno di viaggio Marco, anche lui molto legato a te, abbiamo deciso di portarti in gita sul Cotopaxi. Devo dirti che è stata una bella sfida, che non so se avrei fatto se non fosse stato per te, e ti ringrazio perché è stata un’esperienza davvero stimolante per l’altitudine, il freddo e la fatica. Siamo arrivati al rifugio, e abbiamo lasciato lì una tua immagine ricordo.

silvana3Adesso dall’alto del Cotopaxi potrai abbracciare il tuo caro Ecuador, a cui hai dedicato per anni tutta te stessa. È un piccolo gesto, una cosa che a tratti potrebbe sembrare ormai irrilevante. Ma vuole essere un gesto di amore, vuole essere tempo dedicato a te; non è troppo tardi, perché mantenere viva la tua memoria aiuterà tutti a ricordarsi come vivevi tu, continuando a essere ogni giorno un esempio per tutti noi.

Buon viaggio Silvana, sarai sempre nei nostri cuori.

Massimo Emanuele Rubino, Casco Bianco SCU con OVCI in Ecuador

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